L'inquinamento dell'acqua
L'inquinamento può essere chimico, provocato cioè da sostanze tossiche per gli esseri viventi (compreso l'uomo) immesse nell'ambiente dalle attività umane, soprattutto quelle industriali. Tra questi inquinanti si ricordano:
- i pesticidi o antiparassitari (usati soprattutto in agricoltura per uccidere gli insetti o altri parassiti dannosi),
- i diserbanti (utilizzati per far morire le erbe infestanti),
- i fertilizzanti (usati per lo più in agricoltura per accelerare la crescita delle piante),
- i metalli pesanti.
I pesticidi, i diserbanti e i fertilizzanti con la pioggia possono raggiungere i corsi d'acqua e le falde acquifere inquinando così anche l'acqua destinata all'uso umano.
Pesticidi e diserbanti possono uccidere rispettivamente insetti utili e piante non dannose alterando gli equilibri naturali e riducendo la biodiversità. Così ad esempio, il DDT è un insetticida molto potente usato in passato contro le zanzare in modo da bloccare la trasmissione della malaria (trasmessa proprio con le punture delle zanzare). Dal 1978 il suo uso è vietato in Italia perché il DDT si accumula nella catena alimentare danneggiando e spesso facendo morire non solo le zanzare, ma anche altri organismi (uccelli che si nutrono di zanzare; quando finisce nell'acqua si accumula nel plancton, poi nei pesci di piccola taglia, poi in pesci di medie dimensioni e infine negli uccelli marini: man mano che si sale nella catena alimentare, il pesticida è sempre più concentrato!)
I fertilizzanti quando finiscono nelle acque correnti attraverso le piogge, stimolano la crescita delle alghe; queste si riproducono così velocemente che quando muoiono formano una massa voluminosa di materia in decomposizione, questa putrefazione consuma ossigeno e libera prodotti tossici e questo causa la morte dei pesci. Questa crescita anomala delle alghe si chiama eutrofizzazione ed è causata dai fertilizzanti, ma anche dai detersivi (entrambi contengono nitrati e fosfati).
I metalli pesanti ( cadmio, piombo, rame, cromo e mercurio) sono particolarmente pericolosi perché anch'essi si accumulano nella catena alimentare (bioaccumulo) producendo gravi danni. Un tragico caso si è verificato alla fine degli anni Cinquanta in Giappone, nella Baia di Minamata, dove il mercurio, solitamente presente in concentrazioni basse, arrivò ad avere concentrazioni elevate nel pesce destinato all'alimentazione umana. Ci furono molti casi di grave intossicazione, con danni al sistema nervoso e molte persone morirono. E' per questo motivo che le pile usate, che contengono mercurio e cadmio, devono essere gettate negli appositi contenitori per essere smaltite in modo adeguato.
Esiste anche un inquinamento termico delle acque provocato da centrali termoelettriche, nucleari ed alcune industrie che utilizzano l'acqua per raffreddare i loro impianti. Se l'acqua viene restituita all'ambiente più calda di come era prima, si impoverisce di ossigeno (tutti i gas sono meno solubili nell'acqua calda che nell'acqua fredda) e rischia di far morire quegli organismi che non sopportano sbalzi di temperatura.
L'inquinamento biologico è prodotto da quei microorganismi patogeni (portatori di malattie) che finiscono nelle acque correnti per lo più dalle fognature. Questi microbi si accumulano in molti molluschi, come cozze e vongole, che filtrano l'acqua per potersi nutrire. Se mangiamo molluschi contaminati crudi, ci prendiamo queste infezioni; la cottura invece uccide questi microbi.
L'abbandono dei rifiuti nell'ambiente, le discariche costruite male o in zone non adatte, gli scarichi scorretti o inadeguati delle industrie e molti comportamenti scorretti anche da parte dei singoli cittadini possono danneggiare l'ambiente e con esso gli esseri viventi.